Himalaya

Nel cuore dell’Asia è situato uno dei gioielli naturali più affascinanti della terra. Per oltre 2400 kilometri dal Pakistan al Butan, una colossale barriera di montagne con cime che superano gli ottomila metri, s’innalza con una maestosità e un’imponenza senza eguali.

L’Himalaya, è il maggior sistema montuoso della terra, disegna un lunghissimo arco da ovest ad est dividendo le torride pianure dell’India dal desolato altopiano del Tibet. Questo meraviglioso universo naturale di valli, fiumi e montagne, avvolte dall’atmosfera rarefatta, fin dai primi dell’ottocento ha attratto e alimentato i sogni di generazioni di esploratori e alpinisti che, ancora oggi ne subiscono il loro fascino.

In pochi luoghi al mondo la natura si manifesta con tanta forza, l’Himalaya con i suoi immensi ghiacciai e centinai di cime al di sopra dei 7000 metri, rappresenta ancora il terreno ideale che affascina  gli amanti della natura selvaggia e dell’avventura.

L'avvicinamento

Il viaggio parte da Lhasa a 3,650 m.sl.m – capitale “autonoma” del Tibet. D’obbligo la visita al palazzo del Potala e al Bakrkhor che preservano intatto il loro fascino nonostante la sempre più ingombrante “presenza” cinese. Visitata la città Santa si prosegue verso la grande montagna, più di 100 km di strade sterrate con guadi e tratti molto sconnessi che mettono alla prova la bravura dei conducenti.

La prima tappa é Shigatse, una delle più importanti città del Tibet con il grande monastero di Tashillumpo, che le dona lustro e bellezza. Di qui per raggiungere Old Tingri bisogna superare il Gyatsola Pass a 5,220 metri, la strada si snoda sui pendii dolci creando geometrie affascinanti.

Old Tingri è la tappa successiva, l’unico posto in cui si possa pernottare. Superato il passo ci aspettano centinaia di chilometri di grandi distese disabitate e montagne. Ancora una giornata di fuoristrada circondati dalla natura selvaggia dell’altipiano, spesso in lontananza nella prateria si scorgono piccoli accampamenti di pastori nomadi tibetani che si muovono di continuo alla ricerca di nuovi pascoli per i loro yak.

Dopo Tingri,  ci aspetta ancora un un ultimo passo. Superatolo lo spettacolo che si presenta agli occhi dei viaggiatori e davvero impressionante; l’Everest sbarra lo sguardo ed occorre alzare la testa per guardarne la cima, una parete di 3.000 metri di dislivello e alle spalle il monastero Buddista di Rongbuk il più alto del Tibet.

Da qui l’avvicinamento prosegue, a piedi gli alpinisti e a dorso di yak il materiale, altri due giorni di trekking ed avrà inizio l’avventura.