Il progetto
Obiettivo della spedizione è scalare lo sperone Nord dell’Everest dal ghiacciaio di Rongbuk ma la vera sfida consiste non solo nell’affrontare la salita ma nel ridiscendere dalla cima con gli sci l’Hornbein Couloir: operazione che costituisce una prima assoluta nella storia dell’alpinismo e dello sci alpino.
Everest
Il Chomolungma, la Dea Madre dell’Universo per i tibetani o Sagaramāthā, il Dio del cielo per i nepalesi, é la vetta più alta sul nostro pianeta. Scalata per la prima volta nel 1953 da Edmund Hillary e Tenzing Norgay é il sogno alpinistico per eccellenza.
I primi tentativi di ascesa sono del 1924 e legati ai nomi di grandi alpinisti come Edward Irvine e George Mallory. Quest’ultimo rispondendo alla domanda di un cronista sul perché volesse scalare l’Everest, rispose: “perché é lì”.
Hornbein Couloir
Sul versante tibetano, la grande parete nord dell’Everest è solcata interamente, dalla cima alla base, dall’Hornbein Couloir un impressionante canale di rocce e ghiaccio di 3000 metri di dislivello. Pochissimi alpinisti sono riusciti a scalarlo, nessuno é riuscito a scenderlo.
Scalato la prima volta nel 1963 da Tom Hornbein e Willi Unsoeld soltanto altre 9 spedizioni sono riuscite a vincerlo. La prima discesa fu tentata nel 2001 da Marco Siffredi, che scomparve nel tentativo. Siffredi aveva già sciato l’anno prima il Norton Couloir dalla vetta dell’Everest.
Programma alpinistico
Installato il campo base (6.490 m.) saranno necessari circa 20 giorni per l’acclimatamento.
In questo periodo saranno posizionate le tende dei campi in quota, posti rispettivamente: Campo 1 (a 7.000 m.) al colle nord , da dove si gode un panorama eccezionale sull’intera parete nord; Campo 2 (a 7.500 m.) su spiazzi rocciosi alla base della parte più ripida; Campo 3 (a 8.300 m.) l’ultimo campo, dove la cresta piega verso ovest ed inizia la lunghissima cresta finale.
Terminato l’acclimatamento, si attenderà le condizioni meteo favorevoli per effettuare la scalata e, sopratutto, per poi scendere l’Hornbein Couloir.
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